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METAL WORLD REWIEW

 

 

GODS OF FIRE “Wrath of the gods”(Black Thirteen rec. 2004)


 

La nuova grande sensazione dello us.metal viene dalla grande mela  e si chiama Gods of fire , un manipoli di eroi che riporta alla luce il grande epic classic metal degli anni 80,e non scherzo ragazzi! Ci troviamo davanti ad una grande band che potrebbe diventare punto di di riferimento della indistruttibile scena old school del metal. Sano metallo ,sanguigno ed energetico da assoluto headbanging,ascoltate l’opener “welcome to hell” per rendervi conto chi nel nuovo millennio ci regala ancora metal anni 80.

I newyorkesi annoverano tra le loro fila una nostra vecchia conoscenza,Ian D’amore “Frā diavolo” drummer romano che negli 80 ha suonato con Fire ed Astaroth,trascinante e preciso come non mai ,il resto della band vede alla voce Prometheus ,un singer dalla voce medio alta simile per certi versi al miglior Bruce Dickinson,carismatico e ottimo interprete,alle chitarra Dj Bloody Sacrifice(anche alle tastiere) e Saucy Jack che giocano a rincorrersi come le asce di maideniana memoria ,sciorinando riffs dinamitardi. E Doctor Time č il bass player che assieme al nostro Frā Diavolo tiene in piedi la sezione ritmica con furia e determinazione.

Stranamente i Gods of Fire si dimostrano una band devota alla n.w.o.b.h.m. come mai nessuna band americana aveva fatto in passato infatti la struttura dei brani č caratteristica di gruppi che hanno fatto la storia come gli stessi Maiden menzionati precedentemente,gli Angel Witch ,i Samson…si possono distintamente sentirne gli echi sia nel brano “City of gold” e in “Hyperion”, la personalitā dei Gods emerge comunque nella veemenza dei riffs di “The long walk”bellissima e debordante con i due chitarristi che duettano alla grande e Prometheus che dimostra ottima lirica e dote tecnica.Ascoltate il mid tempo iper epico di “Digital neon” con un refrain spettacolare e melodico di grande impatto,”Eternally strong” che con i suoi sei minuti abbondanti ci riporta indietro nel tempo a quando si fantasticava con la musica in cuffia sognando castelli,damigelle e cavalieri.

Il brano “Nectar of the Gods” io l’ho “sentito” molto “metal italiano” con riffs veloci e cavalcata tipica di alcune bands che imperversavano nella nostra penisola negli anni 80 e lasciatemi fare qualche nome tra tutti Vanexa,Sabotage e Spitfire ,una canzone da brividi e commovente(ragazzi !mi avete fatto ringiovanire per qualche minuto!grazie!) il brano che vā a chiudere l’album in bellezza č “Prometheus unbound”e qui’ ci troviamo ad ascoltare un capolavoro ,una song che sprigiona una lucida profonditā emotiva senza rinunciare a ispirate ed  intricate ritmiche che fanno fuoco e fiamme a sancire un debutto discografico eccellente e che riporta in auge un sound  trascurato e lasciato troppo frettolosamente nel dimenticatoio…Gods of Fire i nuovi eroi a stelle e striscie del classic metal !

(Dragomilof)


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