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CLASSICS REWIEW 

 

ARIA PALEA “Zoicekardi’a” (Lizard-1996)

Quando la musica è arte, quando l'arte è pittura , quando la pittura è suono gli AREA PALEA sono il loro riassunto.

Non vorrei essere troppo psicologico perché quello che si ascolta in questo cd è molto più diretto dei miei farfugliamenti. Il prodotto di questi ragazzi Leccesi è rivolto a tutti coloro che amano i Jethro Tull dei primi periodi, quelli più Blues, quelli più ispirati tanto per intenderci. Ma come tradizione italiana vuole, non si tratta solamente di mero copiaticcio bensì tanto , ma tanto cuore mediterraneo che fa la differenza. Il quintetto è composto da Gigi De Giorgi alla voce, Gianluca Milanese al flauto, Emanuele Licci alle chitarre e voci, Apollonio Tommasi Al basso e voce recitante ed Egidio Marullo alla batteria. Io che ho amato da sempre tutti i lavori di Ian Anderson e soci ho trovato veramente pane per i miei orecchi, la strumentale "Ipuno?" mi fa sobbalzare immediatamente dal divano con la voglia di gridare al miracolo, quattro minuti di Blues Tulliano anni '70 da urlo! La prima cosa che viene pensata è "se il buongiorno si vede dal mattino.....". Atmosfere bucoliche ci accolgono nella successiva " Scena Dopo Scena", ma è la voce il problema del novanta per cento dei complessi Progressive nostrani, gli Area Palea non si dissociano dalla media anche se Gigi possiede una buonissima verve interpretativa. Arpeggi di chitarra classica si intrecciano al lavoro di Gianluca al flauto il quale ci regala un assolo nel pezzo centrale di notevole fattura, così come Emanuele nel momento finale ed il piede parte da solo....

"Verso la foresta", sognante, dolce, è un esempio di creatività prettamente italiana, quell'Italia del sud che sa scaldare i cuori di chi ascolta , a tratti  sembra  di percepire la PFM. Con questi accostamenti ad altri gruppi però non vi vorrei portare fuori strada il lettore, sia chiaro che gli Area Palea sono veramente unici (non hanno nulla a che fare con la band di Di Cioccio), mi permetto di accostarli solamente per rendere più semplice la narrazione dell'ascolto scritto. Il pennello continua ad intingersi di colori e come in un quadro multicromatico "Desideri" disegna una tela che ha sembianze settantiane. Le emozioni si susseguono con "Cuore Di Metallo" dove la sezione ritmica composta da Apollonio ed Egidio introduce la canzone che non si discosta poi molto dalla precedente. Di nuovo ottimo il flauto! Nel breve minuto di "Dolce Mistero" c'è molta poesia e ci fa da preludio a quello che ritengo il brano più forte dell'intero cd: "Zoicekardi'a (Il Volo)". Undici minuti di Prog, Blues, Jazz e fantasia! Il gruppo si muove all'unisono e ci fa capire il suo forte affiatamento. Solo questo brano vale la spesa del disco.

C'è poco altro da dire, perché continuiamo ad ostinarci a cercare il miracolo all'estero quando da noi esistono queste fortissime realtà? Chi ama la musica non deve mancare l'acquisto di questo " Zoicekardi'a", ai diffidenti posso solo dire che mi dispiace per loro...

P.S. Nel prologo iniziale la voce narrante recitata mi fa balzare alla memoria l'immenso Demetrio Stratos (Area) nel suo tratto bitonale anche se per solo un istante, colgo semplicemente l'occasione per salutare un grande.. ciao Demetrio sarai sempre con me!

(Salari Max)

 

                                                                           

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