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CLASSICS REWIEW 

 

THE BYRDS

“Sweetheart Of The Rodeo”

original released in 1968 on Columbia Rec.

 

Il 1968 è da considerare un anno importantissimo per l’evoluzione della Country Music,tant’è che,dopo i languidi e spesso soporiferi episodi che hanno caratterizzato le più recenti produzioni nashvilliane mirate più alla commercialità che alla qualità,sulla costa californiana sta nascendo un fenomeno atto a recuperare le radici e la tradizione rurale americana.Tutto ciò avviene grazie alla cultura e alla determinazione di alcuni personaggi che, dopo gli allori raccolti sulla scia della British Invasion,hanno saputo dare una svolta decisiva alla propria identità musicale.Il destino ha voluto che gruppi come : Byrds,Flying Burrito Brothers,Grateful Dead, Buffalo Springfield etc. operanti sulla West Coast abbiano creato le basi di quello che in tutto il mondo è conosciuto come Country Rock.

Prima di arrivare alla realizzazione di questo mitico album,i Byrds avevano più volte accarezzato il successo diventando,negli anni sessanta ,un’icona e un riferimento per tutta la New Generation.Iniziarono nel 1965 con “Mr. Tambourine Man”,brano scritto da Bob Dylan ma reso celebre dall’allora quintetto di Los Angeles,per poi proseguire con “Turn! Turn! Turn!”sempre nello stesso anno,e poi ancora nel 1966 affrontando il grande fermento psichedelico con album come “Fifth Dimension”,”Younger Than Yesterday” nel 1967 e soprattutto con il crepuscolare “The Notorious Byrd Brother”, edito nei primi mesi del 1968,nel quale già si respiravano quegli aromi tipici della tradizione country ,anche se coraggiosamente e sapientemente infarciti di quelle essenze inequivocabilmente psychedeliche.

La svolta avviene all’inizio d’autunno di quell’anno con la fuoriuscita dall’organico di David Crosby,figura carismatica, ormai in netto contrasto con Roger McGuinn e Chris Hillman,e il successivo ingresso di Gram Parsons in una formazione che comprendeva ,oltre i due leaders anche il drummer Kevin Kelley.Negli anni a venire,questo rimpasto in seno al gruppo,porterà a storici risvolti.Infatti David Crosby farà presto parlare di sé dando vita ad un famoso supergruppo : Croby,Stills;Nash & Young.

Dopo questo stringato antefatto introduttivo veniamo al disco in questione.Ricordo ancora quando,poco prima della metà degli anni settanta,riuscii a procurarmi la ristampa originale americana d’importazione di questo LP che ancora conservo gelosamente nonostante ne possegga  una copia anche in CD.

Ricordo l’impatto con la grafica di quella copertina che raffigurava con disegni originali d’epoca,fascinose immagini in tema Western,lasciando trasparire quello che sarebbe stato il suo contenuto musicale.Leggendo poi le note riportate nel retro della copertina si poteva realizzare come l’organico veniva ampliato a favore di altri musicisti che, mentre allora non mi dicevano più di tanto,altro non erano che buona parte della crema dei session men di Nashville:

A parte il grande chitarrista  Clarence White che di lì a poco farà parte effettiva della band,c’erano Lloyd Green e Jay Dee Manness alle pedal steels,prestigioso e determinante era l’apporto di Earl P.Ball al piano in classico stile honky tonk,nonché John Hartford al banjo e violino con Roy Huskey Sr. All’upright bass.Le parti vocali venivano equamente spartite fra Roger McGuinn,che per l’occasione lasciava a riposo l’amata Rickenbacker 12 corde a favore della chitarra acustica, Chris Hillman che,oltre il basso suona anche il mandolino e il nuovo entrato Gram Parsons che si alterna tra acoustic guitar and keyboards.

Il disco si apre con “You Ain’t Goin’ Nowhere”brano scritto da Bob Dylan dove, oltre ad una magica pedal steel c’è in sottofondo l’organo suonato da Gram che fa da tappeto alla voce di Roger e ai cori di grande effetto.Segue “I’m A Pilgrim”dove alla voce c’è stavolta Chris ,accompagnato dal banjo nelle mani di Roger,mentre il violino è suonato magistralmente da John Hartford.Un clima di Country Waltz contraddistingue questo vecchio standard dei Louvin Brothers intitolato “The Christian Life” dove alla voce di Chris fa da contrappunto la Telecaster con Stringbender di Clarence White.

Aria di profondo Sud si respira ,invece, con “You Don’t Miss Your Water”,dal momento che da Nashville ci si sposta a Memphis;la voce principale è quella di Roger in questo brano di W.Belldove il country incontra il soul.

“You’re Still On My Mind”è un classico honky tonk dove il tema di fondo è quello ricorrentissimo che parla di amori perduti e cuori infranti,il tutto è condito dal fenomenale piano di Earl P. Ball.Il brano vede l’esordio alla voce solista di Gram Parsons.Roger McGuinn ancora sugli scudi con “Pretty Boy Floyd”,ballata di Woody Guthrie.

Le due songs successive ,anche se recano entrambe la firma di Gram Parsons ben si amalgamano con questa raccolta di standards;la prima ,”Hickory Wind”è una tanto bella quanto triste ballata in tempo di valzer, intelligentemente arrangiata, che narra,con voce intrisa di malinconia,i ricordi verso la terra natìa fatti da chi vive lontano da essa,mentre l’altra “One Hundred Years From Now” è bella nel suo magico mix di chitarre tra cui spicca quella di Clarence Withe.

Un altro Country Waltz con la seguente “Blue Canadian Rockies” che vede ancora protagonista la voce di Chris Hillman.Gram esegue poi questa “Life In Prison” di Merle Haggard, senza far rimpiangere alcunché l’originale,considerevole è il misurato ed efficace uso della pedal steel accreditata a Jay Dee Manness.Conclude l’album un altro pezzo firmato da Bob Dylan,”Nothing Was Delivered”resa alla grande dalla voce di Roger che fa capire quanto a volte un’interpretazione,può eguagliare se non superare l’originale di maestro come il menestrello di Duluth.

In definitiva un grande disco in cui i Byrds hanno saputo riscoprire le proprie origini dopo la spettacolare e coloratissima esperienza psichedelica che li aveva catapultati all’attenzione di tutto il mondo musicale,creando un loro proprio sound denominato a ragione Raga Rock.(…ma questa è un’altra storia)Da segnalare che l’ultimissima ristampa in CD oltre ad una rimasterizzazione eccezionale non solo è doppia ,ma può contare su un considerevole numero di bonus tracks, alcune delle quali avrebbero indubbiamente ben figurato nell’edizione originale 

( Doda Amedeo)

                                                                           

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